Aldo Severini

20
Febbraio
2022

Carloni è un naturalista innamorato del paesaggio. La sua attività creativa è incentrata su questo tema che solo apparentemente è facile. Tutti i pittori lo hanno affondato, ma, senza tema di essere smentito, in modo oleografico, cartolinesco (e questi non mi interessano) altri, invece hanno studiato il paesaggio “dove la vita palpita”. Davanti a noi, ci dicono che le loro opere, non c’è un’immagine statica, ma il senso vero del movimento, dell’anima paesaggistico. Il fatto che lo abbiamo affrontato in molti il tema diventa scabroso: ed è in questa direzione che il Carloni si è messo al lavoro chiedendo alla sua fantasia, alla sua cultura e intelligenza il massimo, per offrire al fruitore d’arte non un paesaggio banalmente interpretato, ma un paesaggio in dimensione altra, che si allaccia alle regole tradizionali e va oltre la tradizione. Alla luce di questa concezione della pittura (ricordiamo le fantasie, l’estrosità di un Mirò, di un Gorky, del marchigiano Licini; le forme libere, starei per dire eretiche, di Klein, Burri, Vedova, De Kooning; i colori di Dorazio, il neorealismo di Gotturso, Omiccioli e Vespignani; il metafisico, onirico di De Chirico, e così via, lasciando in pace i Picasso, i Van Gogh, i Matisse, i Gauguin)
Che guardo un opera e la interpreto, per giungere ad un giudizio critico.
Quella di Carloni, una pittura su tela di iuta e compensato, si avvale di materia raccolta in una cava, simile alla sabbia, che l’artista impasta e poi getta sulla tela. Ne vengono fuori accostamenti cromatici azzeccati e molto delicati.
I una recente conversazione con l’artista, mi ha rivelato che il suo scopo è quello” di una sinteticità assoluta il cui obiettivo terminale dev’essere l’unificazione dei colori in un colore unico, che tutti i colori amalgama.
Un obiettivo forse innaturale e impossibile da raggiungere, ma il tentativo va fatto, per dare alle cose, alle spazio, alla natura, valori essenziali”.
Un’artista con grandi potenzialità che si sostiene su una originalità e una forma creativa notevole. Se non altro per interessare critici amanti delle arti figurative, ad un prodotto di qualità, sul quale si possa riflettere approfondendo le ragioni dell’arte in generale e dei nostri in particolare.

Edito “Marche domani” pagina 18 Anno XIII N° 18 – 19 Dicembre 1998