Licino Boarini

20
Febbraio
2022

Sul filo di intuizioni che vanno dalla metafisica al racconto quasi allucinato e forse Onirico, Sandro Carloni dipana una serie di perlustrazioni in esterno che inducono a ripensamenti antologici e a mediazioni esistenziali. Le scarne presenze vegetali, rinsecchite in uno stranito stallo di attesa, avvolte da un vagante baluginare di nebulose ondate fumogene, ispessite da indefinibili mondi tonali offrono l’avvio a imprevedibili deduzioni tematiche e a indecifrabili conclusioni formali.
Sono proposte ben precise tuttavia che il Carloni intesse con una singolare e doviziosa pertinenza grafica e sempre con attenta e mirata posizione di scena, con una precisa essenzialità di presenza aperte così a un dialogo chiaro e indirizzato a quelle conclusioni ambientali e vitali che sottendono le intenzioni del Carloni; il pittore dimostra in questi atteggiamenti figurativi un ricco bagaglio formale sempre teso a resistere alle facili suggestioni allusive e impostato per canoni netti e ben calcolati nell’esprimere tutto il suo ragionare estetico. Una forma singolare di espressione, non certo facile da condurre nel suo corposo e magmatico sostegno di ricerca e di indagine, una proposta figurale di rara maestria estetica e di spaziate pungente d’indagine.